Presentazione Squadre 2020: Mitchelton-Scott
La Mitchelton-Scott andrà in cerca di riscatto nel 2020. Tra i tanti risultati importanti comunque ottenuti nel 2019, è mancata la capacità di lottare per i grandi giri, con i tre grandi capitani che non hanno saputo corrispondere alle aspettative, pur riuscendo a raccogliere alcuni buoni risultati, specialmente nella prima parte dell’anno. La squadra ripartirà sostanzialmente da questi obiettivi nel nuovo anno, con le nuove leve che stanno crescendo bene pronte ad offrire il proprio supporto, nonché con un comparto di supporto che ha dimostrato più volte le proprie qualità anche quando gli è stata data maggiore libertà. Risulta invece fortemente indebolito il reparto volate, indebolito dall’addio pesante del vice campione del mondo Matteo Trentin, che era stato spesso l’uomo di punta del team anche nelle Classiche di Primavera.
Gli uomini più attesi
L’uomo più atteso della compagine australiana resta Simon Yates. Lo scalatore britannico non ha vissuto la sua migliore stagione nel 2019 (pur portando a casa due tappe del Tour) e nel 2020 proverà ad alzare di nuovo l’asticella mettendo nel mirino il Giro d’Italia e l’Olimpiade di Tokyo, particolarmente adatta a scalatori dallo spunto veloce come lui. Già capace di conquistare un grande giro in carriera, dopo aver mostrato una notevole crescita anche nelle cronometro, sembra pronto al salto di qualità e questa stagione sembra il momento ideale.
Praticamente identico al fratello per caratteristiche, Adam Yates cercherà di avvicinarsi al fratello anche nel palmarès. Con Simon al Giro, ad Adam toccherà ancora una volta il Tour de France, con l’obiettivo Olimpiade che potrebbe diventare concreto anche per lui (ma non sarà così scontato rientrare in uno dei quattro posti della Gran Bretagna). Scalatore esplosivo, potrebbe avere maggiori responsabilità nelle classiche di un giorno, differenziando sempre più il calendario da quello del proprio gemello, pur condividendone alcune corse maggiori.
Come nel 2019, il terzo leader per le salite sarà il colombiano Esteban Chaves. Dopo uno straordinario 2016 sembrava lanciato verso i palcoscenici più importanti, ma complice infortuni e malattie che lo hanno pesantemente condizionato non è più riuscito a ripetersi nelle stagioni successive. Dopo un successo di tappa al Giro 2019, la Vuelta sembrava l’occasione giusta per consacrarlo nuovamente come capitano, ma sulle strade spagnole il colombiano ha fallito nuovamente, lasciando qualche interrogativo. Arrivato a trent’anni, allo scalatore sudamericano dal sorriso contagioso potrebbero non essere rimaste molte altre occasioni per fare il leader e il 2020 suona un po’ come un’ultima spiaggia per diventare il corridore promesso.
Oltre ai tre capitani, la formazione oceanica potrà avvalersi in salita anche dei servigi di Mikel Nieve. L’esperto scalatore spagnolo svolge egregiamente il lavoro di gregario, oltre ad essere uno dei migliori cacciatori di tappe nelle frazioni più dure. All’occasione riesce anche a subentrare ai capitani quando questi deludono (ultimo caso il decimo posto finale alla Vuelta 2019), combinando grande solidità ed esperienza A completare poi l’organico per le salite ci sono Brent Bookwalter, Lucas Hamilton, Damien Howson e Jack Haig, quest’ultimo capace anche di farsi valere nelle Classiche più dure, come dimostra il sesto posto all’ultimo Lombardia. I tre australiani appaiono in forte crescita e possono ormai anche cominciare ad essere sempre più indipendenti in alcune circostanze, con soprattutto l’ultimo che ha già portato risultati di un certo spessore e potrebbe vedere la squadra affidarsi più spesso a lui in questo 2020. Vincitore della Coppi e Bartali, il classe 1996 Hamilton lo scorso anno ha corso anche il suo primo GT, concludendo la Corsa Rosa con un quarto posto di tappa e il 25° finale, oltre a tanta esperienza che potrà iniziare a capitalizzare nel nuovo anno.
Se Haig sarà il leader nelle Classiche altimetricamente più impegnative, dopo la partenza di Trentin, sarà Luke Durbridge a dover rivestire il ruolo di capitano sul pavé. Nato come cronoman, l’australiano, pur senza snaturare mai le sue caratteristiche, nelle ultime stagioni ha lavorato per diventare un corridore da Classiche e nel 2020 spera di poter finalmente raccogliere i frutti del suo lavoro per fargli compiere il sinora solo sognato salto di qualità. Nelle corse di un giorno potrà giocarsi le sue carte anche il danese Christopher Juul-Jensen, che dopo aver compiuto trent’anni necessita di qualche risultato più concreto in prima persona.
Per quanto riguarda il treno delle volate, invece, lo sprinter principe diventerà lo sloveno Luka Mezgec. Il trentunenne è reduce da un 2019 in cui, oltre ad aver vinto tre volte, è riuscito anche a stabilire il record della velocità di punta in una corsa World Tour. Con l’addio di Trentin, si apriranno al classe ’88 delle porte che erano sin qui rimaste chiuse per lui nei precedenti due anni alla Mitchelton, proponendosi così come leader del team in volata. Per lui una stagione fondamentale in cui dovrà essere bravo a saper cogliere l’occasione, anche considerando che la squadra non sembra puntare particolarmente sulla specialità.
Ormai non può più competere nelle volate a gruppo compatto il sudafricano Daryl Impey, che però grazie alla sua resistenza in salita può portare alla squadra risultati importanti. L’obiettivo principe della sua stagione sarà già a gennaio, quando cercherà di centrare uno storico tris al Tour Down Under, ma a seconda della sua condizione potrà rendersi utile anche più avanti nel corso dell’anno, come già accaduto nel 2019, quando il classe ’84 ha centrato il primo successo in carriera al Tour de France.
Nonostante il già più volte citato addio di Matteo Trentin, in casa Mitchelton si aspettano comunque dei successi in salsa azzurra con Edoardo Affini. Il classe ’96 ha già vinto due volte nel 2019, in una tappa del Giro di Norvegia e nella frazione a cronometro del Tour of Britain. Proprio le prove contro il tempo sono la il pezzo forte della casa del ventitreenne (bronzo continentale di specialità nel 2019) ed è in questo tipo di prove che si attendono da lui successi sempre più importanti in questa stagione, in cui potrà cominciare anche a saggiare la gamba nelle classiche.
Le Giovani Promesse
L’altro italiano in squadra è invece Alexander Konychev, ventunenne che farà il salto dai professionisti dopo aver già corso la seconda parte di 2019 in qualità di stagista con la Dimension Data, nelle cui giovanili ha corso in precedenza. L’azzurro è un corridore dotato di un buono spunto veloce, particolarmente adatto agli sprint a ranghi ridotti, e che non disdegna di andare in fuga quando gli si presenta l’occasione, nel 2020 verrà lasciato crescere senza troppe pressioni, potendo comunque avere qualche occasione interessante.
Ci si aspetta già qualcosina in più invece da Kaden Groves. Il ventunenne ha infatti già avuto modo di ambientarsi nel team correndovi da stagista la seconda parte di 2019. Considerando le poche alternative in squadra, l’australiano classe ’98 potrà avere anche delle occasioni per cercare il successo in volata in prima persona e sarà sicuramente uno dei giovani da monitorare con maggiore attenzione nel corso di questo 2020.
Classe ’98 è anche l’ungherese Barnabas Peak: campione nazionale sia su strada che a cronometro nel 2018, il giovane magiaro è un corridore da Classiche, che ha già corso la seconda parte di stagione con la Mitchelton in qualità di stagista, stesso ruolo che aveva occupato anche in QuickStep nella seconda parte del 2018. Il suo sogno è ovviamente debuttare al Giro d’Italia, che nel 2020 partirà proprio dalla sua Budapest, un’occasione che probabilmente non gli capiterà mai più in carriera.
A completare il quartetto dei ’98 in squadra c’è poi Robert Stannard, che è un prodotto del vivaio Mitchelton e che ha già corso da professionista il 2019, oltre al finale del 2018. Corridore completo, l’australiano vanta già risultati importanti a livello giovanile come la vittoria del Piccolo Lombardia e un podio al Giro Under23 e nel 2020 sarà chiamato a farsi vedere più spesso, dopo una stagione che gli è sicuramente servita per ambientarsi nella nuova categoria, cercando di superare alcuni problemi che lo hanno pesantemente rallentato, non solo fisicamente.
Dalla formazione satellite arriva anche Callum Scotson, ventitreenne già in squadra dal 2019. Forte anche dei suoi trascorsi da pistard, il classe 1996 è un cronoman molto interessante, soprattutto in prospettiva futura. Nel 2020, però, potrebbe tornare utile anche sul pavé, dove ha già fatto vedere buone cose a livello giovanile e ha già corso con i professionisti la Parigi-Roubaix nel 2019.
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